Ormai Montalbano è più di una vecchia conoscenza per noi tutti: è compagno abituale di ore di lettura, di visioni televisive, un caro amico, si potrebbe dire. Perciò non meraviglia trovare l’ultimo libro di Camilleri in testa alle classifiche di vendita. Il libro dà quello che promette: una storia abbastanza semplice, ma con molteplici personaggi variamente connotati, così bene che, leggendo, siamo in grado di immaginarli, di visualizzarli. E lui. Il Commissario.
Ma perché il Commissario Montalbano piace? Sicuramente la caratterizzazione che ne ha fatto Zingaretti nella serie televisiva lo rende popolare e simpatico. Ma, in questa storia, alcuni tratti del suo carattere spiccano particolarmente: la delicatezza “brusca” del suo rapporto con Livia unita al desiderio di non vedere turbata la sua libertà, la comprensione umana che lo guida nelle inchieste, i rapporti con i suoi subordinati (anche Catarella viene trattato con rispetto, mentre il commissario ne sfrutta comunque le capacità), i rapporti con i suoi superiori, rapporti mai improntati al servilismo né viziati da interessi personali.
Ma c’è di più.
Nell’ultima storia di Camilleri, Montalbano mostra ancora una volta la caratteristica di fondo del suo carattere, che, secondo me, è quella che maggiormente e (credo) inconsapevolmente lo rende “il nostro eroe”. Montalbano ha un profondo senso della giustizia che non lo abbandona mai e che è la spinta propulsiva delle sue indagini. E proprio perché è un uomo giusto nel profondo, a volte alla fine delle indagini sottrae qualcosa alla giustizia umana, quella degli arresti, dei tribunali, della prigione. Concetto pericoloso questo. Ma il lettore viene informato con precisione di come alcuni protagonisti delle storie di Camilleri, colpevoli di qualche delitto, si siano già puniti da soli. Nel La pazienza del ragno, Montalbano appare un po’ stanco, comincia a sentire che sta dicenno parole di vecchio. Ma intanto, con lo stesso piglio del vecchio saggio, critica i telegiornali, che alternano tragedie a immagini del Carnevale di Rio senza soluzione di continuità; o un governo che ha un presidente ritratto in tenuta da jogging. Non si tratta del nostro governo: ovviamente, qualsiasi riferimento è puramente casuale.
Recensione di Sandra Rebecchi